La fauna del monte Barro
La presenza di un sistema carsico con abbondanti acque sotterranee da cui originano ruscelli, consente la presenza di diverse interessanti specie di invertebrati, primo fra tutti il Gambero di fiume (Austropotamobius italicus), discretamente presente soprattutto sul versante orientale del Barro. Questa appariscente specie è tutelata dalla L.R. 33/1977, inclusa nell’elenco delle specie rare dell’IUCN e identificata nel Regolamento di attuazione (DPR 357/97) della direttiva 92/43/CEE Allegato B come “specie di interesse comunitario per la quale devono essere individuate zone speciali di conservazione”.
Suscitano interesse scientifico ulteriori presenze connesse al sistema di acque ipogee e sorgentizie del Parco: si tratta del crostaceo Niphargus thuringius e dei molluschi Graziana alpestris e Platyla microspira.
I torrenti sono caratterizzati da un popolamento più diversificato, rappresentato soprattutto da diverse specie di Ditteri, Tricotteri ed Efemerotteri. I Tricotteri in particolare comprendono i rappresentanti di Philopotamidae, Goeridae, Sericostomatidae, Hydropsychidae, Limnephilidae, Odontoceridae, Rhyacophilidae e la specie più abbondante risulta essere Sericostoma pedemontanum.
Tra gli Efemerotteri si ricordano i generi Baethis ed Ecdyonurus , oltre ad Ephemera danica.
Lo stagno di pra Puzzet
L’area del Monte Barro, essendo caratterizzata da rocce di tipo carsico, mostra una naturale mancanza di ambienti preziosi come stagni e pozze. Gli stagni possono essere molto importanti come veri e propri “serbatoi di biodiversità” grazie alla ricchezza di forme di vita che possono ospitare.
La realizzazione e la manutenzione di stagni come quello di Pra Puzzett, posto nell’area archeologica dei Piani di Barra, è molto utile per la conservazione della biodiversità. Scarica il documento in pdf che approfondisce le caratteristiche di questo stagno.
Dei prati magri e delle rupi
Come di regola accade, alla notevole varietà floristica si accompagna una altrettanto elevata varietà faunistica; molte farfalle, come la galatea (dalle ali bianche e nere), o uccelli come il succiacapre, raro animale dalle abitudini notturne, sono strettamente legati ai prati magri. Abbondano inoltre diverse specie di cavallette, la mantide religiosa e numerosi altri insetti.
In particolare, i bruchi di numerose farfalle e, più in generale, le larve (e spesso anche gli adulti) di molti insetti fitofagi (= che si nutrono di vegetali) sono spesso infeudati alle erbe caratteristiche dei prati magri, per cui la tutela dell’ecosistema erbaceo assume anche il significato di garantire possibilità di sussistenza ad un’entomofauna (= popolamento di insetti) altrettanto caratteristica. Anche tra i rettili si possono fare interessanti incontri; non sarà difficile, in stagione propizia, osservare ramarri, orbettini oppure qualche biacco fuggire nell’intrico delle erbe.
Alzando lo sguardo, si scorgono spesso il gheppio, la poiana o il nibbio bruno, tre rapaci che nidificano sulle rupi; il falco pellegrino, l’albanella reale ed il corvo imperiale (in inverno) sono altri uccelli che si possono scorgere da questo sentiero mentre si librano sfruttando le correnti ascensionali