La biodiversità vegetale
“Per molti giorni, per molte miglia
con molte spese, per molti paesi
sono andato a vedere i monti,
sono andato a vedere il mare.
Ma a due passi da casa
quando ho aperto gli occhi
non ho visto una goccia di rugiada
sopra una spiga di grano”
Tagore
Il M.Barro riveste un rilevante interesse naturalistico e scientifico anche per l’elevata diversità degli habitat presenti, che vanno dalle faggete e dai tiglio-acereti delle valli settentrionali, alle boscaglie aperte e ai boschi submeditarranei a rovere e roverella dei versanti meridionali, alle praterie primarie xeriche e prealpino-insubriche, alle sorgenti carsiche, alle rupi calcaree nelle varie esposizioni. Tutto ciò induce elevatissime presenze floristiche: il Parco del Monte Barro è infatti l’area protetta lombarda con la maggior diversità floristica, con oltre 1000 specie di piante in meno di 700ha!. Questa elevata biodiversità si concentra soprattutto sulle rupi, nei prati magri e nelle praterie insubriche: in tali ambienti, giudicati di prioritario interesse dall’Unione Europea, si contano fino a 50 specie in un solo metro quadro; inoltre, in diversi casi, si tratta di specie vegetali ai limiti delle proprie possibilità di sopravvivenza, perché ad esempio si rinvengono a quote modeste specie solitamente vegetanti a maggior altitudine, oppure si tratta di specie al limite dell’areale; particolarmente significativi sono i casi della Primula di Lombardia, Primula glaucescens, oppure dell’intero complesso delle vegetazioni endemiche ascrivibili al Caricion austroalpinae, molte delle cui specie caratteristiche vegetano sul Barro all’estremità occidentale del proprio areale distributivo. Oltre alle componenti endemiche, le praterie in discorso ospitano una quindicina di orchidee, soprattutto dei generi Orchis ed Ophrys.
Bisogna sottolineare che l’origine di queste praterie è indissolubilmente legata alle pratiche agricole tradizionali, condotte per secoli; negli anni ’60 l’agricoltura tradizionale è praticamente cessata del tutto e di conseguenza il bosco e gli arbusti hanno iniziato ad invadere questi ricchi e peculiari ambienti, minacciandone concretamente la scomparsa ad un ritmo sempre più accelerato. Per questo, dal 1998, il Parco attua interventi di manutenzione straordinaria delle praterie, in particolare mediante pascolo con asini e taglio di erba, alberi ed arbusti, sotto attento controllo tecnico-scientifico: si tratta, in buona sostanza, di simulare i positivi effetti della passata gestione agricola.